L’esito del voto delle elezioni regionali sarde è semplicemente straordinario, ed è il modo più bello per festeggiare un anno dalla vittoria di Elly Schlein a segretaria nazionale del Partito Democratico.
Per la prima volta nella storia dell’isola ha vinto una donna, Alessandra Todde, che ricordo con piacere quale ospite lo scorso ottobre alla Festa nazionale di DEMS a Rimini. Ha vinto perché ha riacceso una speranza in un popolo, quello sardo, stanco delle promesse del centrodestra che si sono rivelate vane. E ha vinto grazie ad una coalizione di centrosinistra molto larga, i cui perni sono il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, ma che ha saputo raccogliere anche molte istanze di carattere civico e locale. Il tentativo del cosiddetto ‘terzo polo’ di mettere in pericolo l’affermazione di Todde non ha funzionato, col poco consenso raccolto da Renato Soru. Credo che occorra aprire una seria riflessione anche per il futuro, perché nei prossimi appuntamenti elettorali (regionali, amministrative ed europee) e anche a livello nazionale, per provare a battere questa destra, occorre metterne in risalto le contraddizioni, ma anche formulare una proposta alternativa credibile, robusta e che si basi su un programma condiviso nel merito delle questioni. Se agli elettori ci si presenta uniti, la probabilità di essere premiati a livello di coalizione diventa elevata. Su questo ci sarà tanto da lavorare, anche con chi in Sardegna ha scelto di sostenere una proposta alternativa: il tanto sbandierato riformismo lo si realizza governando e non facendo testimonianza elettorale. In ogni caso oggi godiamoci il risultato straordinario; alla nuova presidente della regione Sardegna un grande in bocca al lupo per il lavoro che la attende.