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Politica 15:30 | 27/03/2021 - Rimini

Quattro forze di centrosinistra dicono no ai 5 Stelle in coalizione

Bellucci e Fabbrani di Italia Viva, Ottaviano di Più Europa, Biondi di Azione e Savardi di Volt: “No ai 5 Stelle in coalizione e apertura al confronto con i due candidati Dem”.

“Sembra di essere su un tapis roulant si corre molto ma si rimane sempre fermi nello stesso punto. Tutti dichiarano di cercare l’unità della coalizione, lo chiediamo con forza anche noi, ma ad oggi non ci sono stati fatti concreti che spingano in questa direzione”. “Siamo forze politiche liberaldemocratiche ed europeiste – affermano i coordinatori dei quattro partiti – vogliamo arricchire il percorso riformista che c’è stato in questi anni, dal quale si deve ripartire ma consapevoli che ad ottobre si aprirà una pagina nuova per la città. È tempo – continuano – di scrivere la proposta per la Rimini di domani, per rilanciarla nella difficile fase post COVID. Noi lo stiamo facendo, con programmi e proposte, all’interno di una nuova coalizione ma i due possibili candidati continuano la loro campagna elettorale senza aver mai aperto un confronto con i partiti che dovrebbero sostenerli”.

“Noi al “campo largo”, che rischia di essere un’espressione di puro politichese, preferiamo la concretezza dei progetti. Siamo distinti e distanti – sottolineano – dal Movimento 5 Stelle che è sempre stato all’opposizione in questa città e critico verso chi l’ha amministrata. Le alleanze non si fanno a tavolino né tantomeno possono partire da Roma”. “È vero, il M5S è cambiato ma non in meglio. È diventato un partito trasformista e governista che si è adattato a Salvini e poi a Zingaretti. L’ex Premier Conte – per quanto li riguarda – non ha cambiato veste. È quello dei decreti sicurezza, di quota 100 e del reddito di cittadinanza e il partito che si appresta a guidare è giustizialista, assistenzialista e vede l’intervento pubblico sempre necessario dove le cose non stanno funzionando”. “Noi – concludono – siamo un’altra cosa nei valori e nella visione del mondo. Il PD da che parte della storia vuole stare?”