Per tre legislature è stato capogruppo consiliare di Forza Italia a Rimini. Ora si definisce “osservatore politico” (di area, ovviamente, quella di centrodestra) e torna a dire la sua dopo aver letto qualcosa che non gli è piaciuto. Affatto.
“Sostenere che a Rimini il centrodestra abbia voluto perdere le elezioni – commenta Alessandro Ravaglioli (nella foto)- è una bufala clamorosa dimostrabile dai dati. Chiunque può verificarlo. Basta andare sul sito del Ministero dell’Interno per rendersi conto di una verità inconfutabile: dal 1994 con la vittoria di Berlusconi al 2018 non c’è stata una volta che l’area di centrodestra abbia superato quella di centrosinistra. Dal 2018 c’è stata l’inversione. Ed il motivo è presto spiegato. La discesa in campo del Movimento 5 Stelle, assestatosi al 30%, ha portato via al centrosinistra un buon 20% del suo elettorato ed il centrodestra è risultato lo schieramento più votato. La disunione dell’elettorato di centrosinistra ha consentito il passaggio della Raffaelli e Barboni a Roma solo perché la Franchini e la Sarti in quota M5S hanno ottenuto il 30%. Inversione di tendenza ribadita poi alle Europee del 2019, ribaltata alle Regionali del 2020 dove il divario è passato da 10 a 3 punti a vantaggio del centrodestra: 48% contro 45%. Quindi –prosegue Ravaglioli - quando sento dire che la Destra ha sempre voluto perdere non solo mi arrabbio, ma ritengo queste considerazioni pure e semplici affermazioni bovine da parte di chi continua a criticare il centrodestra e vota il centrosinistra. E sul consociativismo – sposta il tiro l’ex capogruppo di Forza Italia - ci tengo a dire che viene chiamato così un atteggiamento di chi fa un’opposizione costruttiva: è un’equazione e lo è sempre stata a livello politico. Se fai opposizione costruttiva ti siedi attorno ad un tavolo con chi governa e partecipi alle scelte e alle decisioni: a quel punto sei consociativista. Forza Italia, all’epoca dei miei tre mandati di capogruppo a Rimini, era una delle poche forze che alle amministrative prendeva più delle politiche. Basta guardare il dato del 2001 con Berlusconi leader: 29,5% in Italia, 30,5% a Rimini. Ma perché questo? Perché Forza Italia a quell’epoca ha sempre prestato attenzione alle componenti produttive della città, radicandosi nel tessuto sociale, economico e produttivo. Oggi è l’esatto contrario del 2001. Il tema ora è capire cosa può diventare il centrodestra a Rimini: seguire cioè una strategia politica fatta di urli oppure diventare una coalizione politica per governare la città. Come? Radicandosi e divenendo interlocutrice della città stessa. Io sono sempre stato così e lo rivendico. Questo non pagava sulle vittorie amministrative, non abbiamo vinto ma solo perché, come successe nel 2001, il centrosinistra di Melucci e Ravaioli dovette allearsi con Mangianti per prendere la città. Oggi come oggi i voti per vincere e per governare a Rimini ci sono. Ma che tipo di coalizione il centrodestra vuole diventare? E’ qui che si gioca tutto”.
Ultima considerazione da parte di Ravaglioli: “Il gruppo di FI che io ho guidato per 15 anni – è la sua conclusione - ha sostenuto nel tempo e senza indugi la costruzione del nuovo quartiere fieristico ideato da Chicchi, la costruzione del Palacongressi e del teatro Galli avviate da Melucci e Ravaioli. Ho sempre portato avanti questo tipo di politica. Ovviamente non sono mancati i trattori che hanno confuso un atteggiamento di questo tipo per uno da opposizione non duratura. Vorrei davvero sapere che cosa avrebbero detto gli stessi radical chic qualora avessimo iniziato a picchiare contro queste grandi opere che hanno fatto e stanno facendo il bene della città”.