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Spettacolo 13:06 | 10/06/2023 - Romagna

Riccione per i Nomadi? Come Amburgo per i Beatles

Tante le persone arrivate per assistere alla presentazione del libro “Una voglia di ballare che faceva luce. Il romanzo di noi Nomadi" edito da Compagnia Editoriale Aliberti,  organizzata all’interno delle tre giornate che Riccione ha dedicato al sessantesimo compleanno dei Nomadi. 

La pioggia non ha fermato il dialogo iniziato sul palco nel giardino di Villa Mussolini tra il leader dei Nomadi Beppe Carletti e il giornalista Pierluigi Senatore, proseguito poi all’interno della villa sul mare di Riccione.

Un racconto, quello che ha animato la serata, partito da quel 1963 quando Beppe Carletti incontra Augusto Daolio e con lui inizia a suonare. 

Sono passati sessant’anni, ma loro sono ancora lì. Nomadi, ma con le radici. Quelle radici saldamente piantate tra Novellara, le terre tra Reggio Emilia e Modena e qualche palco sempre da raggiungere.

Novanta concerti l’anno in tutta la Penisola; una media annuale di un milione di spettatori, bambini, genitori e nonni, il “popolo nomade”. Sessant’anni filati fatti di successi, lutti, rinascite, musica soprattutto, tanta musica. 

Il libro, scritto da Beppe Carletti insieme a Gianluca Morozzi è un romanzo: perché la storia dei Nomadi è un romanzo, più vero di qualsiasi fiction. Racconta la storia di una band nata nella Bassa emiliana soltanto un anno dopo i Rolling Stones e che, come i Rolling Stones, ancora calca i palcoscenici. 

Ma l’esperienza più bella che ha segnato la carriera dei Nomadi è proprio quella fatta a Riccione. 

“Possiamo considerare Riccione per i Nomadi come Amburgo per i Beatles? ” Chiede Senatore a Carletti.

La risposta del leader è affermativa e aggiunge: “E’ stato il nostro trampolino di lancio.Una esperienza indimenticabile. Siamo stati 77 giorni a Riccione nel 1963: suonavamo tutte le sere al Bar Frankfurt per tre ore ogni sera, e alle 11 bisogna abbassare il volume. Finivamo a mezzanotte e poi andavamo in collina nei locali. Per noi è stata un'esperienza incredibile. È stato bellissimo. Non so cosa pagherei per rivivere quei momenti.  Da quella esperienza Augusto è diventato un grande, siamo diventati dei grandi”.

Non è mancato ieri sera il racconto dell’amore reciproco tra Nomadi e il loro pubblico che li segue da 60 anni “ci seguono tutte le generazioni: dai nonni ai bambini” - ha aggiunto Beppe - “un pubblico che ci sostiene sempre, come si fa a dire vado via quando ti chiedono le foto?”.

“Avete fatto tre serate: il tributo, il compleanno a Novellara e poi Riccione. Questo è il vostro Sanremo, visto che non avete partecipato? ” Chiede Senatore. 

“Sanremo? Quando ci siamo iscritti per partecipare, a luglio sapevo già che non ci avrebbero preso.  Ma devo ammettere che pensavo che ci avrebbero dato un riconoscimento. Sono dispiaciuto, ma per noi valgono di più i nostri concerti dal vivo. Tantissima gente, tutte le sere, veramente una grande festa. Il migliore riconoscimento è quello che ci regala il nostro pubblico. Fare concerti da una soddisfazione incredibile: dopo 60 anni salire su un palco e trovarti ancora con tanta gente che ti viene ad ascoltare è meraviglioso”.

Il concerto in Piazzale Roma

Un pubblico quello dei Nomadi che si è dato appuntamento sabato 10 giugno, a partire dalle 21,  sul nuovo palcoscenico di piazzale Roma: un evento con le canzoni dei Nomadi diventate inni della vita di ciascuno, brani dalle tematiche sociali, ma anche brani che parlano di sentimenti e di valori che sono entrati nella memoria collettiva. Non mancheranno ospiti a sorpresa che hanno fatto parte della storia del gruppo emiliano.