Amare anche quando il mondo crolla ha un significato compiuto soprattutto quando amore e adolescenza coincidono. Realtà amorose talmente vere, prive di forme e ostacoli, che riescono ad assaporare l’eternità dei momenti con la prospettiva di avere davanti un tempo infinito. L’amore è il punto essenziale della vita di un giovane, la morte può resistere perché infinitamente lontana, non si fa intravedere. Amore e morte rappresentano uno struggimento inarrivabile perché lo struggimento è già lì, intenso, in quegli attimi. Un senso di consumazione che non può esistere perché l’amore è lì, vivo, reale e palpitante. Nell’ultima foto di Blake (16 anni) e della fidanzata Stephanie (15 anni), insieme sul letto dell’AlderHey Children hospital di Liverpool prima che al ragazzo vengano staccate le spine che lo tengono in vita, è comunque ancora l’amore a prevalere. Nonostante la morte si sia piazzata prepotente in un tempo non suo, in quello scatto non riusciamo a scorgerla; evidentemente ha dovuto indietreggiare. Perché in quell’abbraccio quei ragazzi non sono né morti né vivi, si amano, e basta. E in quell’attimo si coglie una dolcezza autentica che nella tragedia di un destino crudele sbeffeggia sia la vita che la morte, prevaricandole. Il senso sembra tutto chiuso fra quelle braccia. Blake e Stephanie si sono accoccolati nel loro infinito non facendoci intravedere le forme e gli ostacoli della morte, che crolla di fronte al mondo. Davanti a tanto amore.
Stefania Bozzo
Opinioni
16:39 | 02/05/2018 - Dal Mondo