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Opinioni 15:47 | 08/07/2024 - Rimini

Benaglia: "Integrazione e rispetto, i migranti devono adeguarsi"

"Caro Diario, ieri riflettevo sulla rassegnazione, come sentimento e come stato mentale. La rassegnazione è una coperta che avvolge tutto, anestetizza e ci fa in qualche modo percepire la realtà come immutabile. Ci aiuta ad accettare soprusi e ingiustizie, convincendoci che non sia possibile un mondo differente a questo. Ci siamo abituati alle piccole sopraffazioni quotidiane: furti in casa e nei negozi, macchine spaccate, minacce e angherie. Una realtà che sicuramente tutti noi abbiamo provato almeno una volta e che oggi si sta facendo sempre più presente nella nostra vita.  In alcune situazioni la politica ha addirittura demandato il controllo del territorio, in una sorta di “pax bellica”, a personaggi di dubbio gusto permettendo il prosperare di un centro di potere che controlla la sicurezza di una parte della nostra città.

Oggi però si deve avere il coraggio di dire che questo multiculturalismo non solo ha fallito ma ha contribuito a creare un paese profondamente ingiusto e diseguale, dove vige la legge della giungla che premia il più forte e il più spietato, lasciando isolate le forze di polizia e i cittadini in balia degli eventi. Come rileva Repubblica in due recenti articoli, le grandi città sono in mano a gang etniche che fanno il bello e il cattivo tempo in termine di sicurezza e vivibilità. E questo “modello” si sta velocemente espandendo in tutte le altre città, grazie alla spinta data dai social network.

La sinistra ha abdicato al suo secolare ruolo di protezione dei più deboli per dedicarsi alla salvaguardia dei privilegi della sua élite di governo, spostando il problema dai centri storici alle periferie, che oggi pagano il prezzo sociale più alto. La politica di immigrazione che prevede solo diritti e nessun dovere ha contribuito a portarci sull’orlo del precipizio e ha spianato la strada ad un sentimento che per molte persone era oscuro e lontano: il razzismo. Parlando con persone di buon senso, elettori di sinistra con idee progressiste, appare evidente un’insofferenza diffusa sul tema degli immigrati, perché ritengono che non sia accettabile un patto sociale che preveda solo assistenzialismo senza la generazione di un contributo.

A Viserbella ad esempio abbiamo più di una residenza che ospita migranti, che non hanno creato problemi di ordine pubblico fino ad oggi, ma che comunque non contribuiscono alla vita della comunità che li ospita. I ragazzi passano le giornate sulle panchine ad annoiarsi, non sono propositivi, non generano valore né sociale né economico. L’amministrazione qualche mese fa aveva promesso di impiegare qualche migrante per la manutenzione del verde tramite i ci.vi.vo, iniziativa usata solo per qualche applauso sui giornali e mai partita, con buona pace dei lungomari abbandonati.

Questa situazione agevola estremamente tutti i partiti di destra, che hanno al loro interno una componente razzista e xenofoba che usa ogni singolo episodio come propaganda politica, utile ad attirare il consenso ma che concretamente non porta a nulla di differente.

Devo confessarti caro Diario che anche io e per molto tempo sono stato un fiero difensore dell’immigrazione a tutti i costi, indottrinato che un pensiero differente fosse il primo segnale di un razzismo latente. Oggi non è più possibile affrontare questo discorso solo attraverso dogmi imposti, ma va fatta una seria riflessione all’interno di tutte le forze di sinistra.

Resta un dovere assoluto da parte nostra salvare, accogliere, curare ed assistere ogni persona che cerca una vita migliore. Ma resta altrettanto un dovere di chi viene accolto entrare a far parte di questa nostra nazione, integrandosi e rispettando il paese che li ha accolti. Altrimenti non ci sarà più nessun paese democratico, ma una giungla sociale dove la violenza e il denaro comandano le vite delle persone".

Stefano Benaglia

Cronaca