"L’ultimo decreto legge in materia di Covid approvato dal Governo impone l’obbligo di vaccino (o in via residuale, di continui tamponi entro le 48 ore) a tutti indistintamente, senza prevedere alcuna esenzione per gli under 18, equiparati agli adulti nonostante non vi sia alcuna evidenza scientifica che li qualifichi suscettibili al rischio di Covid-19 grave, non giustificando dunque la loro vaccinazione di massa. Attraverso tale provvedimento si mettono quindi i minori in condizione di doversi sottoporre a vaccinazione o a tampone ogni 48 ore per accedere a situazioni quali l’accesso ad attività sportive o culturali (musei, cinema, teatri) fondamentali per un adeguato sviluppo fisico, psicopedagogico e sociale. E' l’OMS stessa a sostenere che i bambini e gli adolescenti tendono ad avere una malattia lieve rispetto agli adulti, quindi, a meno che non facciano parte di un gruppo a più alto rischio di Covid-19 grave, occorre fare una distinzione rispetto agli anziani, alle persone con condizioni di salute croniche e agli operatori sanitari. Secondo l’OMS, “sono necessarie maggiori evidenze riguardo all'uso dei diversi vaccini COVID-19 nei bambini per poter fare raccomandazioni generali sulla vaccinazione dei bambini contro il Covid-19” . Pur riconoscendo il ruolo fondamentale della stessa per gli adulti a rischio per età avanzata o fragilità, si richiamano e si sottolineano le dichiarazioni dell'EMA e della stessa OMS, che la sconsigliano in modo chiaro: “Children should not be vaccinated for the moment”.
Crediamo pertanto che il Legislatore italiano e il Governo debbano attenersi a criteri di prudenza e massima precauzione nei confronti dei minorenni, tanto più in uno scenario in cui gran parte della popolazione suscettibile a rischio di Covid-19 grave è già coperta da protezione vaccinale.
La valutazione del rapporto fra rischi e benefici, che è la via maestra di qualsiasi scelta in campo medico, dissuade pertanto dall’uso generalizzato di vaccini anti-Covid, perché espone al rischio non necessario di eventi avversi, per quanto rari essi siano. È per queste ragioni che buona parte dei Paesi europei restringono la vaccinazione dei minori ai soli casi accertati di fragilità (Germania, Regno Unito, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Finlandia, Svezia), mentre alcuni interdicono completamente la vaccinazione dei minorenni (Portogallo, Albania, Cipro, Irlanda, Croazia, Islanda, Norvegia, Ucraina).
Lo Stato, di conseguenza, imponendo il green pass ai minori, poiché in difetto sarebbero discriminati, deve necessariamente farsi carico del rischio di eventi avversi, in quanto gli esercenti la responsabilità genitoriale verrebbero demansionati dal suddetto provvedimento avente forza di legge.
Con il presente appello, anche i comitati emiliano romagnoli si associano a Rete Nazionale Scuola in Presenza nel diffidare formalmente il Governo, nella persona del Presidente del Consiglio dei Ministri, e ci si appella al Presidente della Repubblica, affinché non sia dato il via libera a tale provvedimento riguardo ai minori italiani, trattati diversamente dai coetanei europei. Tale iniziativa rappresenterebbe un unicum in Europa, omologando in maniera non ragionevole e non proporzionata la posizione dei sanitari a quella degli studenti e degli insegnanti, quando è noto che i due ambienti rappresentano rischi di contagio completamente diversi.
Da ultimo, la Rete Nazionale Scuola in Presenza esprime la più viva preoccupazione per le insistenti anticipazioni di stampa che annunciano per le prossime settimane l’estensione del green pass alla scuola, perché una tale misura umilierebbe lo spirito e la lettera della nostra Costituzione, che dichiara la scuola aperta a tutti. Di fronte a una decisione così improvvida la Rete Nazionale Scuola in Presenza non esiterebbe a mobilitare le decine di migliaia di famiglie che in ogni parte d’Italia le hanno affidato il compito di tutelare il diritto alla scuola.
Si invitano pertanto le autorità ad applicare il principio della massima precauzione e a considerare la non applicazione del Green Pass ai minori di anni 18, preavvisando che in difetto verranno poste in essere tutte le azioni necessarie per la miglior tutela degli stessi".
Stefania Montebelli Coordinatrice Regione Emilia Romagna comitati aderenti a RETE