“E se Rosabianca diceva -Non ci separeremo mai!- rispondeva Rosarossa –No, mai, per tutta la vita!”. Nella favola “Rosabianca e Rosarossa” dei Fratelli Grimm Rosabianca e Rosarossa sono due sorelle “buone e pie”, due bambine profondamente unite ma diverse. Inseparabili. La prima calma, dolce e silenziosa; la seconda vivace, forte e attiva. Proprio come Marieme e Ndeye, le due gemelle siamesi che per decisione del padre non subiranno l’intervento chirurgico di separazione perché una delle due sarebbe destinata a morte certa. Marieme è Rosarossa, ma con il cuore più fragile; Ndeye è Rosabianca, ma con il cuore più battagliero. E’ come se il cuore proclamasse sempre una sua indipendenza. Quello forte del loro papà, che ha perso un lavoro da manager in Senegal per aggrapparsi ad una speranza di salvezza in Gran Bretagna, è sincronizzato su entrambe perché “Sono insieme, e sono uguali”. Anche nel racconto fiabesco dei Fratelli Grimm la madre ricorda alle figlie come “Quel che è dell’una, dev’essere dell’altra”. E non scegliere chi salvare rimane l’unica possibilità in quanto la vita dell’una dev’essere quella dell’altra, anche nell’angoscia di un tempo incerto e non definito. Nelle fiabe vige sempre tale non definizione, il “quando” e “per quanto” non sono mai elementi importanti della storia, “C’era una volta”, e tutto si minimizza li perché la morale è un’altra.
Rosabianca e Rosarossa vivranno il loro tempo, unite nel loro amore. E ridendo e giocando insieme ricorderanno a chi legge le favole quanto, nonostante tutto, loro siano state felici e contente.
Stefania Bozzo