Max 11° 
Domani all’alba sarò a Gambettola a ravanare. Non ho la classe, il fisico e neppure il portafoglio del Generale Enrico Cecchi da Gajano di Montescudolo. Ma mi divertirò ugualmente, mi basta una bandiera rossa del P.C.I. o qualche ritratto di Stalin che i pochi komunisti rurali tenevano nella stalla assieme a Sant’Antonio. Voglio fare un regalo al mio amico Maximus Attilius Lugaresi. Lo merita. Perché tornare in campo alla sua (nostra) età ci vogliono le palle. Qualunque sarà il risultato, qualunque sarà il responso l’ex enfant prodige di Viserba merita il nostro plauso. La politica è una malattia terribile, al confronto il Covid è una sciocchezza. Non esiste vaccino, non esiste rimedio, non esiste Lourdes e neppure la Madonna di Bonora ci può mettere una pezza. Sei fregato e più passa il tempo più debole è la carne, più forte è lo spirito. Se Massimo avesse scelto il seminario sarebbe arrivato sicuramente alla porpora cardinalizia. Ma non era con noi ad Alba di Canazei con i Pre jù di don Oreste. Soffiava forte il vento dell’Est e lui, bello e tenebroso, ballava nelle Case del Popolo mentre noi servivamo Messa. Poi del suo percorso politico, dei successi e delle pene non è qui la sede per parlarne. Oggi, a un mese dalle elezioni, dove ancora non si capisce nulla, chi sarà il Sindaco (non certamente la Sindaca) di Rimini, e dove nani, ballerine e saltimbanchi corrono a riempire le liste, le più disparate e disperate, il ritorno di Maximus è la notizia più bella che noi Rurali di mare, di cielo e di terra potessimo avere. A’ la prochaine fois (fa molto figo di sinistra).
Rurali sempre
Enrico Santini
