I dinosauri hanno uno straordinario e peculiare potere di collocarci nel tempo e nello spazio perché rappresentano un imponente principio temporale di riferimento che ci permette di guardarci dietro; un riferimento precedente che inevitabilmente ci rimpicciolisce. La lontananza e l’impossibilità di contatto fra il nostro mondo e il loro ci aiutano a delineare l’idea astratta che lo spazio è un contenitore con l’incredibile capacità di delimitare il tempo. Riesce a tratteggiarlo, e il tempo, di contro, dà spazio a ruoli inevitabilmente inconciliabili. In questo alveare il presente può guardare le tracce del passato, mentre il passato si deve arrendere al suo presente. Gli sguardi non sono mai intercambiabili. Ed è proprio questo limite dell’esistenza che l’artista ravennate Nicola Montalbini ha cercato di superare con la sua esposizione “Look at you-Guardati” al Mag di Ravenna, a cura di Linda Landi, fino al 27 aprile. Con i suoi ritratti di dinosauri il pittore vorrebbe “insinuare la loro presenza, come le foto nei cimiteri… che ricambiassero lo sguardo, ma è impossibile, se non per un solo istante”. Le sue opere nascono da una attenta ricerca scientifica anatomica e da un forte desiderio di sperimentazione, ma la tecnica si arrende di fronte alla poesia di uno sguardo. Quello sguardo artistico travolge il tempo e lo spazio, riuscendo a prelevarli. L’arte si sforza di cancellare quel tratteggio, svincolandosi. Nei dipinti di Montalbini i riferimenti si mischiano nel nome di un’occhiata che vuole essere a tutti i costi contraccambiata. I dinosauri ci sorpassano e per un istante ci permettono di guardare avanti.
Stefania Bozzo