“Il rischio sono le chiusure indiscriminate di aziende, strutture turistiche e negozi. Il rincaro dell’energia e in generale di tutte le forniture, la carenza di personale, l’inflazione, l’incertezza generale sul futuro preoccupano fortemente le Associazioni di categoria. Questo Paese ha bisogno di un’iniezione di fiducia, di un Governo solido e coeso, di un programma chiaro e pragmatico per il rilancio. L’incertezza, i cambi repentini di Governo e di progetti, la burocrazia che paralizza i provvedimenti, il carico fiscale che opprime i contribuenti sono da relegare al passato. O si cambia davvero, o l’Italia non riparte”.
Dopo il proficuo e interessante incontro con i vertici di Confesercenti di Rimini, Jacopo Morrone, candidato del centrodestra nel collegio uninominale della Camera di Rimini, e Elena Raffaelli, candidata al collegio plurinominale Romagna e Ferrara della Lega, tirano le somme sul da farsi.
“Ringraziamo il presidente Fabrizio Vagnini, il direttore Mirco Pari, Alan Iaci e Fabrizio Pagliarani, referenti rispettivamente dei chioschisti e dei balneari, per averci rappresentato un quadro serio e chiaro della situazione che conferma le preoccupazioni di altre associazioni di categoria del riminese. La decrescita economica - commentano Morrone e Raffaelli - porterebbe il nostro Paese ai margini, bisogna invertire la situazione per la ripresa dei consumi e la spinta a investire e a fare impresa. La ricetta non può che comprendere sostegni immediati per il ‘caro bollette’, un piano energetico credibile, difesa del Made in Italy, la legge per garantire più risorse alle ‘città balneari’, nuovi voucher per il personale stagionale nel turismo e in agricoltura, trasporti efficienti e infrastrutture che rispondano alle reali esigenze del territorio e non siano enormi sprechi per esaudire la mania di grandezza di amministratori poco lungimiranti. Il turismo - sottolineano - è la nostra miniera d’oro: cerchiamo di arricchirlo di servizi di eccellenza con progetti di largo respiro, come è essenziale sostenere tutto il settore commerciale da sempre uno dei punti di forza e di attrattività del nostro Paese, dal piccolo borgo alla grande città. E’ un compito immane, lo sappiamo, ma è solo così che si possono salvaguardare l’Italia e gli italiani. Certamente è impensabile che siano la sinistra e il Pd a far decollare nuovamente il Paese. Nel loro programma i punti principali sono più tasse, più assistenzialismo sterile, più sbarchi, meno investimenti, meno sviluppo, meno sicurezza. Un vero suicidio per l’Italia”.
CONFARTIGIANATO. “C’è univocità di vedute con Confartigianato sulle questioni che dovranno avere priorità nell’agenza del nuovo Governo”.
Così Jacopo Morrone, candidato del centrodestra nel collegio uninominale della Camera di Rimini, commentando l’incontro ‘costruttivo e stimolante’ con il presidente Davide Cupioli e GianLuca Capriotti, segretario generale di Confartigianato Rimini, e con i vertici dell’Associazione.
“Ringrazio per l’opportunità di ascoltare le proposte dell’Associazione e di presentare il programma del centrodestra. Concordiamo sul fatto che la priorità da affrontare sia il rincaro dell’energia e delle materie prime e consideriamo urgente la predisposizione di un piano per le politiche energetiche che ottimizzi le risorse a disposizione. Analogo anche il dissenso sul parco eolico di fronte a Rimini: la preoccupazione è che oltre ai costi, provochi più danni al turismo che benefici. Sì, invece, alla ricerca di nuove fonti di energia e allo sblocco delle trivellazioni. Concordo, poi, con le perplessità sul ‘click day’, una metodologia discriminatoria perché prevede la concessione di contributi collegati alla velocità con cui piccole e medie imprese inseriscono on line un determinato codice nel giorno prefissato. Le risorse sono infatti assegnate nell’ordine cronologico di invio del ‘click’ fino a esaurimento. C’è poi la grande emergenza della carenza di risorse umane e di personale specializzato. Di qui l’inderogabile necessità di scuole per formare nuovi professionisti in tutti i settori dell’artigianato: la richiesta di personale, infatti, rimarrebbe inevasa per oltre il 45% della domanda. L’economia italiana si basa su un modello vincente di micro/piccole/medie aziende: oggi ci sono moltissime opportunità di mercato e di finanziamento, l’importante è mettersi in gioco. Ma il nostro Paese esce sfinito dalla pandemia, dalle restrizioni, dal caro energia, dalle conseguenze del conflitto russo/ucraino. Serve un’iniezione di fiducia e un Governo saldo che si dimostri ‘amico dell’impresa’ e di chi investe. Di qui, non solo la necessità di alleggerire e semplificare l’imposizione fiscale, ma serve anche uno stop ‘senza se e senza ma’ all’eccessiva burocratizzazione del Paese che rappresenta uno dei maggiori ostacoli per imprese e sviluppo”.