“Sentivamo la mancanza di Marco Di Maio che riemerge per soccorrere Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, in grande affanno dopo le criticate decisioni sulla ‘Romagna arancione scuro’ assunte unilateralmente sulla base di dati decontestualizzati e come sempre poco chiari. Forse a Di Maio sfugge che molti sindaci di ogni colore politico hanno avanzato serie perplessità sulle limitazioni imposte da Bologna, sia per quanto riguarda la scuola, che per altri validi motivi. Uno per tutti Marco Baccini, sindaco di Bagno di Romagna, a cui dobbiamo riconoscere una grande onestà intellettuale quando dichiara di considerare la decisione della Regione ‘fortemente dannosa per la nostra comunità’”.
Così il parlamentare Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna.
“Credo che solo Di Maio e Bonaccini possano pensare che le nuove gravi limitazioni imposte dalla Regione possano essere ben accolte dopo un anno di lockdown, chiusure a singhiozzo, studenti in DAD, serrande abbassate, coprifuoco, proibizioni a frequentare teatri, cinema, palestre. Il fallimento della gestione pandemica da parte del Governo Conte bis e del cosiddetto ‘modello Italia’ sono sotto gli occhi di tutti. Eppure fino a ieri li sostenevano ‘senza se e senza ma’ gli stessi che oggi li deprecano. Finalmente si aprono nuove prospettive. Come si possono seguire altri autorevoli modelli. Non vorremmo che in Emilia-Romagna si continuasse invece a preferire le modalità del panico da virus e del ‘chiusurismo’ per celare disfunzioni e disorganizzazioni o per scansare responsabilità. La tutela della salute sta a cuore a tutti, egregio onorevole Di Maio, ma a noi della Lega sta a cuore anche la salvaguardia delle attività, del lavoro, delle libertà, del diritto alla scuola in presenza e di mantenersi sani frequentando palestre e piscine in perfetta sicurezza. Ci sta a cuore la ripresa della vita e della libertà di andare al cinema, a teatro, al ristorante seguendo tutte le prescrizioni sanitarie necessarie. Di Maio si svegli: è passato un anno ma dalle sue parole sembra di essere ancora allo stesso punto di marzo 2020. L’appello a vincere la ‘sfida’ insieme è legittimo, ma la parola insieme ha un significato che Bonaccini e Di Maio evidentemente non hanno ancora ben compreso”.