La Federazione dei Lavoratori della Conoscenza CGIL (FLC CGIL) ha proclamato sciopero generale dell’intera giornata per i settori della conoscenza – Scuola, Università, Ricerca e Afam (Accademie e Conservatori) e compresi quelli non statali con contratto ANINSEI– con manifestazioni in tutta Italia. La mobilitazione, nata in risposta alla mancata attenzione da parte del Governo, mira a rivendicare un rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per il triennio 2022-2024, un riconoscimento economico e professionale adeguato, e la stabilizzazione dei precari che costituiscono una percentuale significativa della forza lavoro.
I temi al centro della protesta: salari e stabilizzazione del personale
Lo sciopero si rende necessario poiché, nonostante l’incontro con la controparte governativa per un tentativo di conciliazione il 15 ottobre scorso presso il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, il Governo non ha dato risposte alle richieste avanzate dalla FLC CGIL. La mancata disponibilità a investire in risorse aggiuntive per il rinnovo del CCNL 2022-2024 espone i lavoratori a un’ulteriore erosione del potere d’acquisto a causa dell’inflazione, che, nel triennio considerato, ha raggiunto quasi il 18%.
Al centro delle rivendicazioni vi è la richiesta di risorse sufficienti a garantire una retribuzione in linea con il costo della vita, ma l’attuale stanziamento in legge di bilancio copre solo il 5,78% dell’inflazione. Per un negoziato significativo, la FLC CGIL stima siano necessari circa 6 miliardi di euro, che permettano di affrontare anche l’urgenza della stabilizzazione dei lavoratori precari, che rappresentano circa il 25% del personale scolastico, con 250.000 unità interessate.
Tagli alla scuola in legge finanziaria
Occorre un intervento in materia di organici docenti e ATA in direzione diametralmente opposta ai tagli, ancora una volta inferti al sistema di istruzione, dalla legge finanziaria: - 5.660 docenti e - 2.174 ATA
La riduzione del numero degli alunni per classe e il sostegno alla qualificazione del personale sono gli unici strumenti atti a garantire il successo formativo degli alunni e per un contrasto vero alla dispersione scolastica.
Serve un miglioramento delle condizioni per il personale ATA: il personale tecnico e amministrativo (ATA) è indispensabile per il corretto funzionamento del sistema scolastico, ma viene sovraccaricato di responsabilità senza adeguati riconoscimenti professionali e salariali. La FLC CGIL ha chiesto un piano straordinario di assunzioni per il personale ATA, andando oltre il solo turn-over, e l’introduzione di buoni pasto, benefici già previsti in altri settori pubblici.
Servono risorse aggiuntive per la formazione: è urgente il raddoppio del Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa e l’estensione della “card docenti” di 500 euro annui, anche ai lavoratori precari, spesso esclusi da questo strumento di supporto.
Oltre ai temi centrali del rinnovo contrattuale e della stabilizzazione del personale, la FLC CGIL sottolinea numerose criticità che affliggono il settore. Tra queste, l'insostenibilità dei carichi di lavoro, soprattutto nelle segreterie scolastiche, aggravate da obblighi amministrativi impropri come il sistema Passweb. Vi è, inoltre, una richiesta specifica affinché la prossima legge di bilancio preveda fondi straordinari per affrontare le emergenze strutturali del sistema scolastico.
Mobilitazione a Rimini: in piazza per il futuro della conoscenza
A Rimini, come in molte altre città italiane, le lavoratrici e i lavoratori del settore della conoscenza si daranno appuntamento per fa sentire la propria voce. Dalle ore 10 alle ore 12 di giovedì 31 ottobre, è prevista una manifestazione a Rimini di fronte al palazzo della Prefettura in via IV Novembre, 40. La FLC CGIL di Rimini invita tutto il personale scolastico e della conoscenza a partecipare allo sciopero per sostenere le richieste di giustizia salariale e di condizioni lavorative più eque.
Senza un intervento serio e tempestivo per migliorare le condizioni lavorative ed economiche del personale, si rischia di compromettere il ruolo educativo e formativo del sistema scolastico e universitario, con effetti dannosi a lungo termine per le future generazioni e per lo sviluppo del Paese.