La prima foto di un buco nero, presentata al mondo dai ricercatori del gruppo di ricerca Event Horizon Telescope assieme ai ricercatori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, “sembra l’occhio di Sauron del Signore degli Anelli” (come osservato dalla ricercatrice che ha contribuito alla scoperta, la Dottoressa Jessica Dempsey). Ma anche la prima foto dell’Inferno di Dante. Gli scienziati teorizzano un vero e proprio mondo sconosciuto con una propria geografia, un cunicolo spazio- tempo che potrebbe addirittura portare ad un altro universo parallelo. Se smarrisci la retta via in tale selva oscura non c’è ritorno, sei catapultato e inghiottito in una voragine a senso unico in cui non c’è possibilità d’uscita. E te la immagini la scritta fotonica sulla porta che ti separa dalla salvezza “Lasciate ogne speranza, voi che c’intrate” (Divina Commedia, Inferno, Canto III”). Il buco nero non dà Redenzione, nemmeno alla Luce, che collassa anch’essa nel centro, in una regione a densità infinita. E l’“Orizzonte Eventuale” è il primo cerchio dove la materia e l’energia non possono scampare alla gravità delle tenebre, e tutto cambia natura. E se Dante non si è realmente smarrito in un bosco perché la selva simboleggia in versi la perdizione dell’esistenza, quell’occhio super massiccio al centro della galassia “Messier 87” sembra aver poca voglia di parafrasare. E te lo immagini Caronte, con gli occhi circondati di fiamme, sul bordo della sua barca al limite dell’anello luminoso, pronto a traghettare le stelle, quelle più disobbedienti e dannate. Quelle stelle sono assorbite da mondo senza luce. E gli scienziati sono le guide che ci accompagnano in questo viaggio ultraterreno tra le tenebre. Oggi ci hanno mostrato la porta di quello che sembra l’Inferno. Ma magari in futuro, dopo aver attraversato quel girone, fotograferanno un altro “occhio” che ci consentirà di “riveder le stelle” (Divina Commedia, Inferno, XXXIV, 139).
Stefania Bozzo
Opinioni
17:41 | 19/06/2018 - Valconca